I templari. La regola e gli statuti dell'ordine
A cura di Jose Vincenzo Molle ECIG - Edizioni Culturali Internazionali Genova, 256 pag. NUOVO Le fiamme che avvolsero, la sera del 18 marzo , Jacques de Molay e Geoffroy de Charnay, mettevano fine - per volere di Filippo il Bello, re di Francia - all'epopea che aveva portato i Templari dal ruolo di umili e casti protettori dei pellegrini in Terrasanta, a quello di una delle istituzioni economiche e militari più potenti e temute della Cristianità. Custodi del tesoro dei Capetingi, ricchi in possedimenti e denaro, i "Fratelli del Tempio" erano retti da una rigida e minuziosa Regola, nata sotto l'influsso dell'ispiratore stesso delle Crociate, Bernardo di Chiaravalle. Segreta ma non arcana, la Regola getta una luce autonoma sulla vita quotidiana di questi cavalieri che, dopo aver accolto con monastico fervore la missione di garantire la sopravvivenza e la sicurezza degli Stati cristiani in Medio Oriente, esauritesi la fede combattente e la necessità sociale, furono le probabili vittime di superiori interessi e comuni viltà. I bagliori del frettoloso rogo sull'Ile-des-Javiaux, le accuse infamanti e infami rivolte contro i "Fratelli", i forzieri ricolmi d'oro hanno sollecitato, favoriti dalla segretezza di un ordinamento essenzialmente militare, la fantasia di molti studiosi e sedicenti tali, di curiosi ed azzeccagarbugli. Di fronte ad accuse astruse, difese non richieste, esoteriche speculazioni ed azzardate "ricostruzioni", è giunto il momento di cedere la parola a coloro che, delusi e silenti, affrontarono torture, abiure e ritrattazioni in un mondo ormai non più loro. Il testo qui presentato in traduzione integrale (curata da Massimo Ortelio), rivisto e commentato da Jose Vincenzo Molle, è la cosiddetta Regola francese, la più completa fino a noi pervenuta. La pubblicazione del testo in antico-francese è stata curata nel a Parigi da Henri de Curzon, per conto della Società Storica di Francia. Essa si compone del testo originario (conosciuto come Regola primitiva), redatto in latino in seguito alle deliberazioni del Concilio di Troyes () e volgarizzato in antico-francese fra il e il , nonché delle successive ampie integrazioni (sempre in antico-francese), dettate dalle nuove e crescenti esigenze di coordinamento e controllo. Per la prima volta questi documenti storici sono offerti nella loro totalità al lettore italiano.