Enrico Moriel - La città senza tempo
Enrique Moriel (pseudonimo di Francisco González Ledesma), spagnolo classe '27, perseguitato dal regime franchista per scritti definitivi eccessivamente spinti, decide di cimentarsi, con La città senza tempo, in una prova che lo allontana dalle sue abitudini di narratore, scegliendo il giallo storico, il thriller che si abbevera a uno tra i periodi storici più intriganti di sempre, il Medioevo, ricco di leggende, dicerie, storie di streghe e torture. Lo fa con una scrittura fluida, incalzante, ricalcando le orme dei connazionali Idelfonso Falcones e Carlos Ruiz Zafòn, celebri per i loro romanzi ambientati in una Barcellona mistica e ‘nebbiosa', capace di esercitare un fascino fortissimo sul lettore. "Un romanzo appassionante si nasconde nella storia segreta di Barcellona." La Vanguardia "La città senza tempo si può collocare fra L'ombra del vento di Zafón e La cattedrale del mare di Idelfonso Falcones. Nuova è tuttavia la reinterpretazione in chiave mitica della città, un luogo singolare intriso di mistero e storia che si fa personaggio." El Periodico de Catalunya Dettagli del libro · Titolo: La città senza tempo · Autore: Enrico Moriel · Editore: Bompiani · Data di Pubblicazione: · Traduttore: Beatrice Gatti · ISBN: · Pagine: 416 · Formato: copertina rigida · Prezzo di copertina: euro · Stato: libro nuovo. Passato e presente si rincorrono lungo i vicoli di Barcellona, città pregna di odori e leggende. La lotta fra Bene e Male, Dio e il Diavolo è senza tempo, e coinvolge indifferentemente il più cupo Medioevo e la razionalissima contemporaneità. Due sono le storie che si intrecciano in questo romanzo. Nel XV secolo nasce il figlio di una schiava costretta a prostituirsi nella "città di nessuno", la periferia di Barcellona in cui si susseguono, uno di fianco all'altro, bordelli e conventi. Ai giorni nostri si svolge l'investigazione dell'avvocato Marcos Solana, che deve far luce sulla strana morte di un suo facoltoso cliente, il cadavere del quale è stato ritrovato dissanguato e ferito sul collo da due fori, come di denti di animale. Le fattezze del bambino quattrocentesco sono mostruose, un volto adulto che assomiglia alla "carassa", la faccia di pietra che nel Medioevo segnalava la presenza di un postribolo. Sulla scena del delitto novecentesco viene trovata una fotografia dell'inizio secolo nella quale appare un volto che Marcos Solana ha già visto, lineamenti che ricordano la "carassa" ritrovata pochi giorni prima nella parte medievale della città. Per comprendere le forze oscure che sembrano essersi impossessate della realtà, l'avvocato si serve dell'aiuto di Marta Vives, la sua assistente, e di un ambiguo sacerdote detective, ma il mistero si infittisce sempre più, come il dedalo dei vicoli medievali di Barcellona.