Una vita da Eustachio
Il manoscritto tratta uno di quei momenti che vorresti non finisse mai, quello che ti lascia un sapore dolciastro in bocca e ti dà la sensazione di insoddisfazione quando finisce, uguale al gusto di un dolcetto che ti allieta palato e gola quando lo mangi, ma troppo presto finisce, lasciandoti insoddisfazione psicologica ma appagamento fisiologico. Il momento descritto è legato alla Festa Patronale Della Città di Matera, che ormai nota in tutto il mondo, nasconde piccoli particolari che, agli occhi estranei di turisti e visitatori occasionali, non sembrano avere importanza, ma che ne hanno per i Cittadini con radici antiche, i quali puntualmente ne osservano tutto il folklore con la stessa devozione di chi ha insegnato loro la vera tradizione, quella tra le mura casalinghe di chi venera e tramanda valori religiosi e profani della stessa. Il tutto è mescolato al folklore e tradizione di un nome che associa la suddetta Festa Patronale al secondo Patrono della Città, Sant' Eustachio, rappresentato nella stessa Festa da Cavalieri erranti e maestosi come l'ormai famoso Generale Placido (Eustachio) protagonista di gesta eroiche al servizio di Imperatori Romani, ma perito in martirio con tutta la sua famiglia ed infine eretto a Santo/Martire.