L'arte della caccia - Daniel P.Mannix - Garzanti 1°
Molto buono/ottimo - interno perfetto, compatto (due punti margine pagina e uno interno copertina) - lieve ingiallimento pagine, lievemente piu' accentuate ai margini - bordi leggero ingiallimento - sovracoperta un taglietto di mm 7 sul retro in alto a ridosso dell'aletta e una di 1 mm, per il resto perfetta. rilegato con sovracoperta - pagine illustrazioni fuori testo - cm 17.5 x 24.5 garzanti 1° ediz. in un'epoca in cui la caccia è avvilita a non rischioso quanto indiscriminato sterminio di animali, daniel p. mannix, gran cacciatore al cospetto di dio, che vive con la famiglia e un vero zoo in una fattoria della pennsylvania, propone un ritorno alla «nobile arte» dei tempi andati quando caccia voleva dire pericolo, difficoltà, abilità, lunga pazienza, contatto duro e vivo con la natura. perché gli uomini cacciano? non per istinto di uccidere, e ormai neppure per procurarsi il cibo. il piacere della caccia consiste nell'emozione dell'inseguimento e nella soddisfazione di vincere in astuzia la preda. l'uomo, cacciatore da sempre, ha inventato man mano mezzi più efficienti per uccidere. ed è stato costretto, nell'interesse stesso dello «sport,., a limitarsi alle armi da fuoco tradizionali e a restringerne l'uso a certe stagioni. altrimenti avrebbe sterminato la selvaggina. forse è venuto il tempo in cui l'uomo deve imporsi limiti ancor più rigidi. l'arte della caccia è un libro sulle tecniche insolite della caccia: dalla falconeria, lo sport medioevale per eccellenza, alla caccia con i ghepardi in india alla pesca degli squali e degli agujones nel messico. si tratta di sistemi a volte pri¬mitivi, come la caccia dei nandù con la boia o delle lepri con il bumerang; a volte caduti in disuso, come la pesca e la caccia con le lontre ammaestrate o lo sterminio dei topi da parte dei furetti; a volte sconosciuti e quasi incredibili, come la caccia ai passeri con i rospi. tutti hanno in comune una caratteristica: l'assenza delle armi da fuoco e in genere di tutti i mezzi moderni di distruzione e in tutti l'interesse principale è per l'animale non considerato semplicemente un bersaglio ma un avversario intelligente, che nel peggiore dei casi ha almeno una possibilità di successo. appassionante quanto lo studio degli animali è la descrizione delle armi antiche, che tornano di moda nei paesi dove il progresso tecnico troppo avanzato porta come reazione alla ricerca nel passato di un modo di vita più umano; e l'autore si augura che questo fenomeno riporti i cacciatori allo spirito vero della caccia, che è interesse per la vita della natura e rispetto della selvaggina come di un avversario con cui si combatte ad armi pari.